Per un archivio del rugby italiano

Nel 2028 la Federazione Italia compirà cento anni.  Arrivare preparati a un evento cruciale comporta l’avvio preventivo di una riflessione generale sulla propria storia e, trattandosi di storia contemporanea, uno degli elementi fondamentali della sua ricostruzione, e della conoscenza dei suoi caratteri, riguarda uno dei mezzi di comunicazione che ne ha accompagnato le vicende: la fotografia. In essa possiamo ritrovare le notizie di prima mano, gli aspetti del costume, i gesti, i volti, le figure di un mondo che ha attraversato un secolo collocato fra due millenni.

Si pensava, a proposito della prima partita della Nazionale disputatasi a Barcellona nel 1929, che la cifra riportata da un giornale italiano dell’epoca, di 80.000 spettatori, difficilmente corrispondesse al vero, forse gonfiata dalla mancanza di riscontri concreti e di immagini del match. Ci volle una fotografia - finalmente recuperata -  dell’evento per constatare che il gioco si svolgeva in un grande stadio gremito da una folla enorme. Se non erano così tanti, sicuramente non erano molti meno. Nell’ambito dell’Esposizione internazionale di quell’anno, si giocò Italia v Spagna al Montjuïc, il 20 maggio. Per la cronaca, finì 9 a 0 per gli iberici.

Ecco, arrivare in modo abbastanza compiuto a celebrare questo centenario, significa, insieme agli altri documenti, raccogliere decifrare e catalogare le fotografie - molte, nonostante tutto -  di questa lunga storia. 

Per il primo periodo, e almeno fino alla fine degli anni Sessanta, per l’Italia si tratta in gran parte di scatti di formazioni e schieramenti di giocatori, rare azioni di gioco, ritratti, spesso danneggiati dal tempo. La scarsità di materiali disponibili viene, oltre che dalle difficoltà dovute ai mezzi tecnici a disposizione, dallo scarso impatto del rugby sulla stampa, non paragonabile a quello dei paesi anglosassoni o alla Francia, dove era già molto diffuso. E questo, nonostante l’attenzione riservata a questo sport dal regime durante il Ventennio. 

I servizi fotografici sono ancora estemporanei, dettati più dalla curiosità per la nuova disciplina, che dalla necessità di rifornire le redazioni di materiali esaustivi. Più avanti, questo retaggio si aggraverà, con una presenza ancora più esigua sulla carta stampata, fatte salve alcune enclave, confinate in poche regioni come il Veneto, l’Abruzzo, la Lombardia, il Lazio, qualche città della Toscana e dell’Emilia. Ma i racconti della stampa locale non mettono il rugby in una posizione di rilievo nelle attività dei fotografi e, soprattutto, delle grandi agenzie. La produzione è limitata e, spesso, affidata a dilettanti. Fortunatamente, lavorano su questo sport numerosi professionisti appassionati, spesso senza vincoli con le redazioni, ai quali si deve gran parte dei materiali più significativi esistenti.

Non è il caso, qui, di dilungarsi sui limiti che ancor oggi ha la visibilità del rugby in Italia, dopo oltre vent’anni di Sei Nazioni. 

Solo a partire dalla fine degli anni Novanta, la Fir ha deciso di  ricorrere al lavoro di professionisti e agenzie e, nell’ultimo decennio, di costituire un proprio fondo fotografico, documentando, per questa via, gran parte degli eventi del rugby italiano. E tale fondo, già disponibile, diventerà il primo corpo dell’archivio.

Il recupero dei materiali restanti non è un lavoro semplice, poiché si tratta, se condotto in termini rigorosi, di un’impresa nuova per questo mondo. Raccolte private (o quel che ne resta), tracce del lavoro di studi fotografici e professionisti, fondi  e giacenze di enti, associazioni e istituzioni, sono il territorio complesso su cui cercare tali testimonianze, per poi ricondurle in un grande contenitore destinato alla fruizione pubblica. La Comunicazione Fir avrà un ruolo importante attivando i suoi organismi territoriali e i Club nell’individuazione di possibili fonti e nella raccolta di immagini e documenti collegati.

L’obiettivo è che nel 2028, quando l’Italia celebrerà i cent’anni del suo rugby, le immagini disponibili e consultabili in una grande piattaforma digitale ne restituiscano tutti i contorni e i significati possibili, come è necessario alla formazione di una coscienza collettiva di questo sport e come si deve a questo mezzo di comunicazione.


La struttura dell’archivio

L’archivio si articola in otto sezioni che fanno capo ai grandi comparti in cui si divide in Italia il rugby: veri e propri temi  che orienteranno nel tempo la consultazione.

Ciascuna sezione può articolarsi in sottosezioni (come nel caso della Nazionale maggiore maschile e di altri temi), con un approfondimento progressivo che arriva sempre all’elemento base della catalogazione: i servizi fotografici, o tutti gli insiemi di immagini omogenee per motivazione e realizzazione, fino alla singola immagine quando vi sia solo quella testimonianza. 

Tutte le “pagine” che di volta in volta si possono aprire portano a servizi più o meno ampi, a gruppi o in qualche a caso a singole immagini. 

Ogni immagine è corredata di una scheda catalografica con le principali informazioni tecniche e di contenuto. La scheda contiene anche un campo “note” per eventuali informazioni aggiuntive.

La piattaforma, realizzata da Momapix di Roma, permette di navigare in  modo rapido e efficace fra temi e immagini. 

Le otto sezioni comprendono, a partire dalla Nazionale maggiore maschile, due capitoli che fanno riferimento ai tornei più importanti che si disputano periodicamente: il Sei Nazioni, dal 2000, e la Coppa del Mondo, istituita dal 1987.  A questi appuntamenti, maschili, si sono affiancati altri, più recenti, del rugby delle donne, con scadenze ormai consolidate: il Sei Nazioni, dal 2007 con la composizione attuale, il Mondiale e i tornei di qualificazione che ne regolano l’accesso, i Campionati nazionali e il Seven, con le Series e le Olimpiadi, in cui questa specialità è inserita dall’edizione di Rio, tutto rigorosamente al femminile. Completano le sezioni,  le vicende dei Club italiani nei Campionati nazionali e nelle Coppe europee; il rugby dei giovani e di bambine e bambini; i protagonisti e le protagoniste del rugby azzurro e della vita della Federazione.


Si tratta di un lavoro evidentemente in progress ma le oltre 40.000 immagini già contenute in questo catalogo sono una campionatura significativa dei materiali che la ricerca dovrà recuperare da qui ai prossimi anni. 

Intanto, si apre un sipario su una storia mai visitata con tale ampiezza. 
Molti i passaggi da completare e il tempo non sarà poco: dalle didascalie, soprattutto delle immagini più datate, per le quali si dovrà ricorrere a varie fonti come testimonianze dirette, pubblicazioni, documenti, fondi pubblici e privati ancora ignorati, fino al reperimento vero e proprio delle altre fotografie esistenti, che rimane il primo compito da svolgere negli innumerevoli ambiti da esplorare.
I visitatori di questo sito possono anch'essi contribuire direttamente alla ricerca, non solo con la segnalazione e la disponibilità dei materiali che possono essere in loro possesso, ma anche indicando l'esistenza di fonti sconosciute, di documenti inediti o, semplicemente - e avendone la conoscenza - individuando luoghi, eventi, personaggi descritti nelle immagini che compongono questo archivio. 

Daniele Resini


Per contatti, informazioni, notizie: archiviostorico@federugby.it